Lasciamo stare i perchè e i per come: cerchiamo di capire che passaggi bisogna fare correttamente affinché tu possa scaricare dalle tasse il costo della visita dietistica.
L’impegnativa (o richiesta medica) è obbligatoria al fine dell’impostazione di un piano dietetico personalizzato, mentre non è necessaria per l’educazione alimentare (ad esempio come nella Consulenza salotto).
Tuttavia, non è necessario presentarla/averla in sede di detrazione: potete quindi scaricare qualsiasi tipologia di prestazione, dal piano dietetico personalizzato all’educazione alimentare.
Non esiste una dicitura particolare, la circolare n. 19/E del 2012 dell’agenzia delle Entrate ha chiarito che è sufficiente che dalla fattura si evinca la figura professionale e la descrizione della prestazione sanitaria resa.
Non basta nome e cognome. Deve comparire la parola DIETISTA (di solito nel timbro) e la descrizione della prestazione.
La fattura per importi superiori a 77,47 euro dovrà prevedere la marca da bollo di 2 euro.
La circolare recita:
“L’importo delle spese da indicare nei diversi righi è comprensivo di IVA o del costo del bollo applicato. L’imposta di bollo (attualmente pari a 2,00 euro) viene applicata sulle fatture esenti da 22 IVA di importo superiore a euro 77,47 ed è detraibile/deducibile quale onere accessorio, qualora sia stata esplicitamente traslata sul cliente ed evidenziata a parte sulla fattura.
Il contribuente che riceve una fattura o una ricevuta senza bollo può portare in detrazione le spese relative all’imposta di bollo solo se paga il tributo al posto del professionista, sia per inadempienza di quest’ultimo, provvedendo quindi a sanare un atto irregolare, sia per esplicito accordo tra le parti.”
Ovvero: su prestazioni maggiori di 77,47 euro ci va la marca da bollo di 2 euro. La dovrebbe mettere il professionista anche se la spesa poi è a vostro carico (quindi ad esempio 77,47 euro + 2 euro = pagate un totale di 79,47 euro) ma se per caso non la mettesse dovete correre ad applicarla voi.
Perchè correre? Perchè deve riportare una data antecedente o uguale alla data di emissione della fattura.
Fino al 31 marzo 2020 è possibile pagare in contanti e avere comunque diritto alla detrazione fiscale delle spese sanitarie.
Dal 1° Aprile 2020 invece sarà opportuno pagare con metodo tracciabile per detrarre le spese sanitarie.
I metodi di pagamento tracciabili sono:
Il professionista avrà quindi un conto corrente a disposizione e un POS da tenere in ambulatorio.
Sarà vostra cura mostrare, in sede di detrazione, di aver effettuato un pagamento tracciabile (es. estratto conto, descrizione dell’operazione, messaggio/email del POS di avvenuta transazione). Il professionista non è tenuto a riportare la tipologia di pagamento nella fattura.
E i contanti? Il pagamento in contanti è detraibile fino al 31 marzo 2020!
Dal 1° aprile 2020 si potrà ancora pagare in contanti ma in questo caso la prestazione non scaricabile ai fini fiscali.
Il conto da cui si effettua il bonifico/assegno o la carta che verrà strisciata devono risultare intestati al titolare della prestazione, che sarà il titolare anche della fattura (e della impegnativa, anche se non richiesta ai fini fiscali).
Il dietista è obbligato a tenere in studio il POS e comunque a fornire sistemi di pagamento tracciabili così da permette ai pazienti di detrarre le proprie spese. Questo è un diritto del paziente, così come è un diritto del professionista non andare in perdita nell’agire secondo etica e legge.
Perchè? Perchè questo sistema ha dei costi. Il costo della singola transazione o il costo fisso mensile per il mantenimento del POS è a carico del professionista e consiste in una perdita di circa il 3% sul fatturato annuo: non poca roba.
Ecco perchè dal 2020 è probabile che i prezzi delle prestazioni del vostro professionista della nutrizione aumentino.
Riferimento normativo
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/297154/CIRCOLARE+N+13+CORRETTA+SENZA+INDIRIZZI.pdf/de75ad4c-ab90-4535-13fe-1f018dacf92a
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