Le applicazioni contacalorie e contapassi sono ormai presenti su qualsiasi cellulare, a volte accompagnate anche da qualche orologio super tecnologico.
La più famosa è My Fitness Pal ma non è l’unica.
Ma sono davvero efficaci? Sono precise? Quanti di voi hanno notato di esserne quasi dipendenti?
L’altro giorno mi è arrivato il seguente messaggio:
“Ciao Camilla, avrei una domanda per te. In un contesto di stress emotivo e di tendenza ad affidare al cibo un ruolo di compensazione che non gli compete (non disturbo alimentare ma occasionali momenti di crisi) secondo te è corretto che una nutrizionista a conoscenza di ciò assegni un regime ******** e di conteggio di ogni cosa su MyFitnessPal ? “.
(censuro il regime per non dover aprire un’altra, enorme parentesi sul tipo di regime assegnatole)
E continua ” io ci ho provato, mai nei momenti in cui ero più sotto stress mi agitavo di più perché magari stavo nelle calorie ma sforavo con i carboidrati per esempio. La comunicazione con la nutrizionista non era il massimo perché mi sono sentita come se mi lamentassi.”
Lo stesso giorno vedo circolare su Instagram questa immagine.
Per chi non lo sapesse, MyFitnessPal è una applicazione gratuita per cellulari in cui inserendo peso, altezza e obiettivo viene impostato il limite massimo di calorie giornaliere da introdurre e la suddivisione in macronutrienti (quanti carboidrati, quante proteine, quanti grassi e quante fibre, sia in percentuale che in grammi).
MyFitnessPal dichiara:
“Un messaggio avverte l’utente nel caso in cui non abbia mangiato abbastanza” e “sulla base delle linee guida dei National Institutes of Health e di altri esperti e risorse, noi non stabiliamo obiettivi di calorie giornaliere al di sotto delle 1200 calorie per le donne, e delle 1500 calorie per gli uomini.”
L’app dispone anche di un database di alimenti (una sorta di diario alimentare) che possono essere inseriti per contare le calorie e i nutrienti assunti giorno per giorno.
I dati nutrizionali sono talvolta poco precisi così come il calcolo delle calorie giornaliere di cui si ha bisogno.
Infine, si può inserire l’attività fisica svolta che verrà immediatamente convertita in calorie bruciate. In questo modo si “tamponano” le calorie ingerite.
E’ quindi sia un’app contacalorie che un app di monitoraggio dell’attività fisica.
A causa di questo continuo ed ossessionate controllo delle calorie o quando si constata di aver esagerato con i grassi o i carboidrati quel giorno, molti hanno iniziato ad attuare metodi compensativi. Per alleviare il senso di colpa e rientrare nelle calorie giornaliere, c’è chi ha iniziato a svolgere un’attività fisica esagerata e chi invece a saltare i pasti.
Tutte sensazioni e comportamenti tipici di un disturbo alimentare.
Quella che all’inizio pensavo essere solo una mia opinione, è diventata conferma.
Cercando tra i diversi studi scientifici ne ho trovati alcuni che correlavano l’utilizzo di MyFitnessPal (e/o di altre applicazioni che tracciano le calorie e/o l’attività fisica) e l’aumento della sintomatologia tipica dei disturbi del comportamento alimentare.
“L’utilizzo di MyFitnessPal nei disturbi del comportamento alimentare”
Uno studio dimostra che in un campione di persone con disturbo alimentare il 75% utilizzava MyFitnessPal e il 73% di chi lo utilizzava ha dichiarato di percepire che quest’app contribuisse significativamente al mantenimento del disturbo alimentare.
Questo fattore è confermato anche dai dati clinici oggettivi sul peggioramento della sintomatologia.
MyFitnessPal rende più difficile guarire dal disturbo alimentare
Applicazioni conta-calorie e di monitoraggio dell’attività fisica: associazioni con la sintomatologia dei disturbi del comportamento alimentare
Un secondo studio più recente (2017), analizza un campione di studenti del college, selezionati sono in base all’utilizzo di applicazioni di monitoraggio.
Questi sono stati sottoposti a delle misurazioni per valutare la presenza e/o l’entità di un eventuale disturbo del comportamento alimentare.
Chi ha dichiarato di utilizzare delle app conta-calorie ha mostrato livelli più alti di preoccupazione legata al cibo, controllo del proprio peso e restrizioni alimentari.
Il dato più interessante è stato che l’utilizzo delle app per la sola attività fisica (quindi col solo conteggio dei passi e delle calorie bruciate con lo sport) è risultato essere da solo un fattore di rischio per l’insorgenza della sintomatologia dei disturbi del comportamento alimentare.
In sostanza, l’utilizzo di app di monitoraggio dell’attività fisica associate o meno all’utilizzo di app contacalorie possono far insorgere i sintomi dei disturbi alimentari.
Queste applicazioni possono essere più dannose che utili.
Tornando alla domanda all’inizio dell’articolo trovo estremamente indelicato e anche poco etico che una nutrizionista l’abbia consigliato ad una paziente che soffre di fame nervosa.
L’alimentazione non dev’essere ossessività, conteggio, calcoli continui e non è necessario che conosciate a menadito l’esatta composizione di tutti gli alimenti. Evitate di utilizzare app di questo tipo e delegate questo annoso compito ad un professionista che può farlo per voi.
Che vi frega a voi di sapere esattamente le calorie che ha apportato un’albicocca? fatemi capire.
Cercate piuttosto di imparare a capire come comporre i vostri pasti e la vostra giornata alimentare, quali sono i gruppi alimentari, con che frequenza e in che quantità all’incirca devono essere presenti nella nostra dieta.
In secondo luogo, il nostro corpo è meno rigido di quanto crediamo: un giorno di eccesso calorico o di nutrienti lievemente sbilanciati non è un dramma.
Non lo è davvero. Una nutrizionista saprà spiegarvi perché.
Nel frattempo potete leggervi questo articolo sugli strappi alla regola durante la dieta.
Poi, razionalizzando, è pur sempre un’applicazione, non fidatevi così tanto.
Fermatevi a ragionare: può davvero essere precisa? come calcola il mio fabbisogno calorico? sarà giusto ?
Quindi alle applicazioni conta-calorie dico un secchissimo NO e non tornerò sull’argomento durante l’articolo: dico NO sia considerando il mio personale modo di lavorare sia considerando gli studi scientifici in merito.
Non si hanno le conoscenze per capire perché mangiare una pizza ogni tanto va bene, anzi benissimo, le persone vedono solo che quella pizza apporta molte calorie e quindi inizieranno a limare, limare e limare sempre di più la gamma di cibi che ‘possono mangiare’ e che non li fanno sforare le calorie giornaliere.
Queste app contacalorie non hanno davvero alcun risvolto positivo, anzi non bisogna dimenticarsi dei rischi annessi al gestire da soli una tematica delicata come l’alimentazione, l’immagine allo specchio e il senso di disagio.
Fine. Per quanto mi riguarda RIP MyFitnessPal.
Come abbiamo visto nello studio di prima, anche le app contapassi possono innescare (anche da sole!) un disturbo del comportamento alimentare. Quindi attenzione anche in questo caso.
Altro punto già battuto: pensiamo in maniera critica! Sarà corretta la stima delle calorie bruciate con l’attività fisica o il conteggio dei passi fatti? E comunque vanno davvero presi come oro colato?
Un recente studio dice di no, analizzando 3 delle principali applicazioni, collegate a degli orologi da polso, che tracciano l’attività fisica: non sono affidabili nello stimare il dispendio energetico e i dati riportati vanno presi con le pinze.
Ma le applicazioni sono sempre più nuove, più dettagliate, non ci forniscono più solo i passi e i chilometri ma dati statistici inimmaginabili e di cui nemmeno pensavamo di aver bisogno.
E’ marketing. Ricordiamocelo.
Un altro studio raccoglie 67 lavori precedentemente pubblicati in cui viene valutata l’efficacia dei dispositivi FitBit (orologi da polso collegati a delle app): è risultata una certa accuratezza nel misurare i passi, con una tendenza a sovrastimarli.
L’accuratezza dei dispositivi FitBit è maggiore nel caso in cui si cammina normalmente con posizionamento del dispositivo vicino al busto, durante il jogging con il posizionamento del polso e durante la camminata lenta o molto lenta con posizionamento della caviglia.
D’altro canto non forniscono dati accurati per il dispendio energico (tutti gli studi analizzati concordano in questo per ciascun dispositivo) nè per la valutazione delle ore dormite, mentre sovrastima il tempo durante le attività ad alta intensità e sottostima la distanza durante camminate più veloci.
Uno studio condotto su Fitbit Charge Hr rivela che non è efficace nella misurazione dei battiti cardiaci durante le attività quotidiane mentre risulta esserlo in contesti controllati di attività fisica così come TomTom Cardio, Microsoft Band e Fitbit Surge risultano efficaci per il monitoraggio dell’attività fisica sia durante gli esercizi controllati che durante la vita di tutti i giorni.
Ma quanti dati..
Sicuramente la promessa del valutare la qualità del sonno, i battiti cardiaci, il dispendio energetico.. incuriosisce, io per primo mentre sto scrivendo questo articolo e guardando le schede tecniche dei prodotti penso “ma wow guarda misura anche quando nuoti!!”
Poi ritorno in me e mi dico: ma alla fine cosa me ne frega di sapere se ho nuotato 2 metri in più o in meno? Ho davvero così bisogno di trasformare in numeri tutto ciò che faccio?
Un’eccessiva attenzione per i numeri forniti dalle applicazioni di monitoraggio dell’attività fisica possono incoraggiare un rapporto malsano con l’esercizio fisico, puntando costantemente al migliorare le statistiche (calorie bruciate, chilometri percorsi, passi fatti) alienandoci rispetto ai segnali che il nostro stesso corpo ci manda.
D’altro canto, il monitoraggio dei passi e dell’attività fisica può essere una strategia vincente per iniziare a prendere confidenza e consapevolezza del movimento svolto durante la giornata.
E’ utile sapere se riusciamo a fare i 10.000-12.000 passi al giorno (pari a circa 7-8 km) consigliati o se a malapena ne facciamo un paio di centinaia.
Ma d’altro canto penso (E SPERO! ) che siamo ancora in grado di valutare da soli se siamo stati tutto il giorno sul divano o se siamo usciti a fare una passeggiata.
Tuttavia il meccanismo di ‘sfida’ che si innesca può essere virtuoso, così come la presa di coscienza dell’insufficienza del proprio movimento per chi, anche solo per aver fatto il tragitto bagno-camera da letto, sente di aver fatto movimento.
Il tema è complesso.
La strategia migliore è che i professionisti accertino la presenza di disturbi alimentari e/o di comportamenti alimentari a rischio prima di raccomandare l’utilizzo di applicazioni per il controllo dell’attività fisica.
Per tutti gli altri invece bisogna che si impari a valutare i dati per quello che sono davvero, cioè stime e range indicativi.
Alla maggior parte dei miei pazienti consiglio di monitorare i passi giornalieri o settimanali ma attenzione, chi soffre di disturbi alimentari va escluso da questo suggerimento o comunque supervisionato. Come in tutte le cose va utilizzato ragionevolmente senza essere demonizzato.
Per quanto riguarda la guida all’acquisto se avete già un dispositivo contapassi imparate ad interpretarlo.
Valutatene l’accuratezza in un percorso di cui conoscete la distanza (es. nel mio caso tragitto casa-centro città = 3 km) e da lì riuscite a regolarvi. Non sarà nemmeno necessario portarlo con voi ogni giorno.
Per chi non lo avesse consiglio di comprare un semplice pedometro da polso o da tasca (con poche funzioni: orario, conta passi, conta km, al massimo battito cardiaco) o di scaricare un’applicazione contapassi nel cellulare.
Un tempo avevo anche un vecchissimo Garmin, ora disperso in qualche scatolone, mentre ora utilizzo solo l’applicazione iHealth di iPhone, con cui mi trovo benissimo. Io utilizzo solo la funzione “Attività fisica” in termini di numero di chilometri e/o di numero di passi.
Anche questa non è precisissima, ha un errore medio di circa 1340 passi al giorno.
Il punto è: pazienza!
Non iper-monitoriamoci, piuttosto impariamo a guardarci ed ascoltarci e a sfruttare razionalmente al tecnologia che abbiamo a disposizione.
Le app ci aiutano nel senso che danno una valutazione più oggettiva a del movimento che a volte non riusciamo a quantificare.
Dall’altro lato però bisogna imparare a diventare più attivi indipendentemente che i passi siano 8.000 o 9.340 o 6.660.
Basterebbe far vigere la regola di non rimanere sedentari per un tempo superiore ad 1 ora.
Non diventate schiavi dei 10.000 passi al giorno o delle calorie bruciate, semplicemente utilizzate queste meravigliose tecnologie come reminder (promemoria) dell’attività motoria che va fatta ogni giorno.
Camilla
Riferimenti:
Studi su MyFitnessPal e le app di monitoraggio:
Conteggio calorico su MyFitnessPal:
Uno studio che dimostra che 3 applicazioni contapassi non sono affidabili rispetto ad un pedometro:
FitBit:
Dispositivo da polso e battito cardiaco:
iHealth di iPhone:
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